ACQUARELLO

 

 

L'acquerello o acquarello è una tecnica pittorica che prevede l'uso di pigmenti finemente tritati e mescolati con un legante, diluiti in acqua  L'acquarello è una tecnica popolare per la sua rapidità e per la trasportabilità facile dei materiali, che lo hanno reso la tecnica per eccellenza di chi dipinge viaggiando e all'aria aperta.

Il supporto più usato per questa tecnica è la carta che viene usata preferibilmente ad alta percentuale di cotone puro, in quanto la fibra lunga di questo vegetale non si modifica a contatto con l'acqua. La carta che si acquista in commercio si misura in grammi metro (peso di un foglio di 1 metro quadrato).

La stesura dell'acquerello può avvenire secondo tre tecniche distinte:

1.     per velature sovrapposte le quali, oltre a conferire forza e tonalità al colore stesso, conferiscono al disegno preparatorio solitamente eseguito a matita leggera, la necessaria profondità pittorica utile alla rappresentazione dei volumi, delle ombre e della luce;

 

1.     pittura bagnato su bagnato, ovvero la stesura del pigmento colorato effettuata sul foglio di carta bagnato in precedenza cosicché i colori si diffondano scorrendo e conferendo un aspetto soffuso al dipinto;

 

1.     pittura bagnato su asciutto in cui il pigmento viene steso dopo essere stato disciolto con una quantità d'acqua sufficiente a farlo scorrere sul foglio asciutto.

L'esecuzione è di per sé tecnica assai raffinata, dal momento che errori di esecuzione (quasi sempre dovuti alla scarsa manualità), difficilmente e diversamente dalle altre tecniche pittoriche, possono essere corretti mediante la semplice sovrapposizione di altro colore. Infatti il colore è trasparente e non nasconde la stesura sottostante.

Caratteristica di un buon acquerello è l'estrema "leggerezza" rappresentativa e la sua immediatezza espressiva, che per l'appunto, dal inascimento in poi, divenne strumento essenziale per gli studi preparatori dei grandi maestri e delle grandi opere; fu una tecnica utilizzata anche dagli agrimensori per la redazione dei cabrei.

Tale tecnica, tuttavia, è stata spesso utilizzata con efficacia anche nel disegno tecnico, soprattutto nell'ambito della progettazione meccanica, dove per es. assume particolare rilievo rappresentare (in particolar modo nelle viste in sezione) la consistenza e la tipologia dei vari elementi costruttivi, secondo colorazioni generalmente codificate.

Inoltre l'acquerello viene usato dal 1500 per eseguire studi sulla natura e per i paesaggi ("Albrecht Durer", studi di animali (Pisanello), studi di guerrieri (Pinturicchio), scene sacre o profane (Rubens, Salvator Rosa), riproduzioni botaniche e scientifiche dato che il mezzo ne consente l'utilizzo all'aria aperta.

Ancora fino al XV secolo, l'utilizzo dell'acquerello è, generalmente, circoscritto a opere di alta qualità, però di piccole dimensioni, al punto da rappresentare solo preludi di opere maggiori. Quindi la storia dell'acquerello fino al XVI SECOLOè soprattutto legata alla storia del disegno piuttosto che alla pittura. Solamente nel seicento inOlanda e nel XVIII secolo, grazie

 

all'avvicinamento, dapprima, di grandi

 

pittori francesi ed inglesi a questa tecnica e nella seconda

 

metà del secolo alla sua diffusione in tutta l'Europa e

 

negli Stati Uniti, l'acquerello diviene la tecnica preferita

 

da molti pittori.

 

Tra gli artisti inglesi  i caposcuola sono stati "WilliamTaverner(1703-1772), legato al classicismo poussiniano, Paul Sandby (1725-1809), con il suo stile intimo ed arcadico, jOHN Robert Cozens(1752-1797), attratto dai paesaggi italiani, wILLIAM tURNER  (1775-1851), innovatore nel gusto, nelle luci accecanti e irreali; nello stesso periodo, in Francia, l'acquerello riscuote molto successo presso i vignettisti come Jean- Gabriel Moreau (1741-1814) e ben presto dilaga la moda di recarsi a Roma, centro dell'arte e della cultura. Charles Joseph Natoire (1710-1777) e Hubert Robert (1733-1808) vengono attratti dai monumenti classici, mentre Jean - Louis Desprez (1743-1804), dipinge i monumenti pompeiani.

Tra i seguaci di questa tecnica si sono distinti anche Cezannè, Ganguin, Manet, Degas tra i francofoni e Paul Klee e Eduard Hildebrandt fra i germanici.

Negli Stati Uniti, intorno al XIX secolo, sono nate in varie località, società di acquerellisti, nell'intento di organizzare mostre, dalle quali si misero in luce George Heart (1868-1933), con i suoi soggetti messicani e Lyonel Feininger (1871-1956), con i suoi soggetti marinari.

In Italia, nonostante il lungo soggiorno ai pittori stranieri, la tecnica prende campo dalla metà dell'Ottocento, soprattutto a Milano e a Napoli . Giuseppe De Nittis (1864-1884), con il suo stile effervescente ed elegante, Sebastian De Albertis (1828-1897), con i temi bellici e ippici sono stati tra i migliori esponenti della corrente.[1]

Pittori che hanno usato questa tecnica:

 

 

 

 

¨      Albrecht Dürer

¨      Canaletto (Giovanni Antonio Canal) veneziano

¨      Claude Monet

¨      Vincent Van Gogh

¨      Carl Larsson

¨      Angelo Marinucci

¨      Pablo Picasso

¨      Jean-Michel Folon

¨      Paul Cézanne

¨      Giorgio Morandi

¨      Joseph Mallord William Turner

¨      Winslow Homer

¨      Ettore Roesler Franz

¨      John Singer Sargent

¨      Edward Hopper

 

 

L'acquerello è composto sostanzialmente da uno o più pigmenti combinati od in sospensione in una sostanza legante, in genere gomma arabica o gomma di Kordofan, un tipo di gomma arabica naturale considerato particolarmente pregiato, prodotto nella regione del Kordofan, in Sudan

 

 

 

SFUMARE

 

SFUMARE 

 

SFUMARE, in pittura significa “unire i colori”, unire i colori è quello che

fanno i Pittori, dopo aver depositato il colore nella tela o tavolozza, per

levare tutte le crudezze dei colpi, confondendo dolcemente fra di loro il

chiaro con la mezza tinta, o la mezza tinta con lo scuro, affinché il

passaggio dall’uno all’altro venga fatto con un tale diradamento, che la

pittura, anche vista da vicino, appaia morbida e delicata senza colpi di

pennello. Questa tecnica utilizzata in pittura può essere impiegata anche

nella rappresentazione grafica, quando colui che disegna sa mescolare i

colpi della matita così bene che li unisce fra loro, e col bianco della carta fa

emergere il disegno che si dirada come il fumo che nell’aria si dilegua; e

così fatte pitture e disegni, diconsi sfumati.

Il disegno a penna su carta nel suo morbido fluire dei tratti rappresenta per

me un deposito alluvionale, un luogo di risulta dove i movimenti dei

pensieri si materializzano e si consolidano in forme raggelate o raggrumate.

Il disegno prende il posto delle parole e le immagini sono la registrazione

delle impressioni della mente. Negli spazi, malamente illuminati, convivono

immagini dal contorno sfumato e altre disegnate al filo di ferro, quasi ad

esemplificare ciò che prima definivo come visioni raggelate e raggrumate.

Lo sfumato dei contorni, la visione non perfettamente a fuoco delle cose,

è riconducibile al ricordo o all’appannamento dello stesso nella memoria,

anzi proprio alla malinconia legata all’atto stesso del ricordare e consiste in

una quasi impercettibile

dissolvenza dei contorni delle figure che ammorbidisce il passaggio dalle

zone di ombra a quelle di luce, creando quegli effetti di trasparenza che

hanno reso celebre il ritratto della Gioconda, mentre con il raffinato

chiaroscuro Leonardo riuscì a modellare e definire le forme attraverso i

contrasti di luce.

 

 

 

LEONARDO DA VINCI

LA TECNICA DELLO SFUMATO E IL CHIAROSCURO

 

Leonardo, fu tra i primi artisti a studiare e ad utilizzare la prospettiva aerea

con la quale poteva rappresentare la profondità e la lontananza degli oggetti

attraverso l’uso del colore. L’avvento della pittura ad olio, che si avvale di

materiali morbidi, plastici e spalmabili, lavorabili più a lungo perché il

tempo di essiccazione è più lento rispetto ai materiali a base d’acqua, ha

certamente reso possibile la realizzazione dell’effetto sfumato e dell’effetto

chiaroscuro, due tecniche fondamentali della pittura, delle quali il maestro

è considerato il primo grande inventore. Egli con questo mezzo spoglia le

forme della loro determinatezza e le fonde con l’atmosfera che le attornia.

1) Leonardo da Vinci, Drappeggio delle gambe di una figura seduta,

Musée du Louvre, Parigi, inv. 2257

Matita nera e acquarellature, pigmenti bianco e nero applicati a tempera su

carta.

 

 

 

 

La differenza fra lo sfumato e il chiaroscuro è che il primo permette di

dissolvere in modo quasi impercettibile i contorni delle forme,

amalgamando i colori in molteplici gradazioni, con morbidi trapassi dalle

zone di luce a quelle d’ombra, mentre il secondo consiste nel modellare e

definire le forme creando un effetto di contrasto luminoso, un effetto ombra

che serve a dare l’impressione che ciò che viene rappresentato abbia un

volume.

Tecnicamente questo ultimo effetto si ottiene mescolando il colore-base con

le tinte più chiare e con quelle più scure, in modo da dare la sensazione della

presenza di una fonte luminosa.

Leonardo da Vinci

Utilizza la soluzione di porre una carta semitrasparente tra la candela e

l'oggetto da ritrarre evitando che si producano ombre dal contorno troppo

definito.

In realtà sfumato e chiaroscuro sono due effetti molto vicini e

complementari, come si può notare appunto nelle opere di Leonardo, dove il

chiaroscuro molto morbido sfalda i contorni, sovrapponendosi al disegno:

talvolta il chiaroscuro utilizza solo tonalità bianche secondo il concetto della

 

1)lumeggiatura, rapido tocco di colore chiaro vicino al bianco che rischiara

una zona scura della quale fa risaltare i colori ed i contorni.

Nelle prossime pagine cercherò di analizzare alcune opere di Leonardo,

soffermandomi e analizzando la tecnica dello sfumato e la micro-divisione

dei toni, elaborata dall’artista e successivamente studiata da Jacques Franck.

 

 

2) Leonardo da Vinci, Sant'Anna, la Madonna, il Bambino e San

Giovannino

(Cartone di Burlington House), National Gallery, Londra

Matita nera, lumeggiature su carta beige incollata su tela

Anche se si tratta di un'opera grafica, il Cartone di Londra aiuta a svelare la

tecnica pittorica del Maestro.

All'inizio, Leonardo ombreggia sommariamente gli incarnati.

Successivamente, il modellato viene addolcito e reso omogeneo con

l'aggiunta di leggere velature. Infine, l'artista realizza progressivamente uno

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sfumato impalpabile mediante pennellate micro divise che, nel tempo,

divengono impercettibili.

 

 

3) Jacques Franck, Copia della testa della Sant'Anna del Louvre

Matite colorate su carta incollata su foglio di rinforzo

Collezione dell'autore

Lo sfumato degli incarnati è qui ottenuto mediante la tecnica della microdivisione

dei toni. Nella copia i pigmenti sono applicati con matite colorate

appuntite. Gli stessi risultati potevano essere ottenuti da Leonardo con un

pennello finissimo.

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4) Leonardo da Vinci, La Gioconda, Musée du Louvre, Parigi

Olio su tavola

Nella famosissima opera di Leonardo, “La Gioconda”, possiamo notare che

la composizione dell’opera ha una struttura a forma piramidale. La giovane

donna è in posa davanti ad un parapetto, l’inquadratura è allontanata rispetto

alla tradizione fiamminga e il ritratto è incentrato anche sul busto e sulle

mani e non più solo sul volto. Compare, così, una quantità maggiore di

particolari: il vestito che, anche se sobrio, denota l’estrazione sociale di lei;

le mani, espressive e reali quasi quanto il volto, poggiate sopra ad un

bracciolo. Il busto è ancora posto di tre quarti, mentre il viso è quasi

frontale. Per quanto riguarda la tecnica chiaroscurale, possiamo notare che

alla figura rappresentata, mancano totalmente le linee di contorno delle

forme e dei volumi e le parti in luce, come il petto e le mani, sono molto

 

 

CHIAROSCURO

CHIAROSCURO 

 

 

Bisogna sapere, prima di cimentarsi con il chiaroscuro, di fare attenzione non ai valori assoluti della luce bensì ai rapporti tra luce e ombra. Quando noi facciamo il chiaroscuro possiamo utilizzare una gamma di grigi che va dal bianco al nero, oppure di utilizzare una gamma di grigi più stretta che va dal bianco ad un grigio chiaro, per esempio utilizzando una matita dura. il chiaroscuro sarà corretto se al grigio più scuro della matita corrisponde la macchia più scura della natura morta, e alla macchia più chiara il bianco della carta, e tutti gli altri toni nel mezzo.

 

Oggi, con tanti mezzi a disposizione, disegnare è facile. Anche una persona che non ha mai disegnato perché negato per il disegno, può addirittura fare il ritratto di un proprio caro con una somiglianza straordinaria, basta servirsi della fotografia e di un mezzo per riportarlo sulla tela. Oggi sono tanti i pittori che ricorrono a questi sistemi, del resto ciò che conta è il risultato

 

Uno dei sistemi di riproduzione più antichi, che si fa risalire agli egiziani, è il sistema della griglia. Si sovrappone al disegno da riprodurre una griglia che lo divide in tanti quadratini piccoli, che possono essere anche in scala. Dopo si copia ogni quadratino ed il disegno è fatto. Evidentemente copiare un quadratino è molto più facile che copiare direttamente tutto il disegno

 

Un altro sistema è il sistema della proiezione, più veloce e facile del sistema precedente. Se vi piacerebbe fare un bel paesaggio, ma vi vergognate ad esporvi alle critiche della gente, fate una diapositiva e vi portate il paesaggio a casa, dove non vi vede nessuno, e lo proiettate sulla tela con un proiettore, ed il gioco e fatto. Per il chiaroscuro invece non ci sono facilitazioni, ma niente paura con un poco di esercitazione si superano tutti gli ostacoli.

 

 

Passando adesso al chiaroscuro ci sono diversi modi di farlo, generalmente la scelta è consona alla personalità di chi lo fa. Un modo è a puntini, fatto generalmente con una penna ad inchiostro e con una grande pazienza, perché ci vuole molto tempo

 

Quando si fa il chiaroscuro si fanno tante linee che possono avere tante direzioni, le quali si chiamano virgole e il farle si chiama svirgolare. La svirgolatura può essere parallela, incrociata e casuale. La svirgolatura parallela si esegue generalmente con matite molto morbide e da risultati di grande effetto ed eleganza. Con verso leggermente obliquo si inizia con tratto leggero, e con interventi successivi ripassandoci sopra si scuriscono le zone meno luminose.

La svirgolatura incrociata si esegue generalmente con il pennino e l'inchiostro, ci vuole molto ordine. Con un verso a piacere si inizia facendo i tratti tutti paralleli si riempie il disegno spingendosi fin dove l'ombra è più chiara. Cambiando verso e con tratti sempre paralleli sovrapposti ai primi si riempie il disegno fin dove l'ombra è un poco più scura. E così via

 

La svirgolatura casuale è la più veloce, eseguita sia ad inchiostro che con le matite, si ottiene cambiando verso continuamente. Personalmente è quella che preferisco, mi consente di distrarmi mentre disegno e mi permette di disegnare e chiaroscurare contemporaneamente. La scelta tra un modo e un altro è personale, tutti vanno bene, la cosa importante è rispettare i rapporti tra la luce e l'ombra.

 

 

La sfumatura è quella che amano i perfezionisti, dove non si vede la manualità. Con le matite si ottiene con lo sfumino o passandoci il dito di sopra. Le tecniche che si prestano per ottenere delle sfumature perfette sono i gessetti colorati, si mette del gesso sulla carta e con le dita della mano si sfumano, e i colori che si stendono con i pennelli, come le tempere e gli acquerelli

 

Soprattutto all'inizio è difficile calibrare il chiaroscuro realizzando delle sfumature, cioè passando dal bianco al nero gradatamente. L'esperienza mi ha insegnato che agli allievi riesce più facile procedere a salti, cioè si distinguono sulla carta tre o più zone di grigio e dopo con la matita si riempiono. Questo sistema ha il pregio che abitua a procedere con ordine e a semplificare il chiaroscuro.

 

abituare la mano a produrre quattro tonalità di grigi è di realizzare un bugnato a punta di diamante. Si realizza un quadrato, si tracciano le diagonali, e dopo si lascia bianco lo spazio di sopra, si fa nero lo spazio di sotto, lo spazio a sinistra e quello a destra si fanno uno più chiaro e l'altro più scuro.

 

Un chiaroscuro che utilizza dei grigi molto chiari si chiama a mezzatinta. Esso, rispetto al chiaroscuro che arriva al nero, è molto più semplice. Si può dire che più si va verso il nero tanto più difficile risulta la realizzazione. Un chiaroscuro a mezzatinta funzione sempre, se avete delle difficoltà iniziali, mantenetevi su tonalità chiare

 

Quando un chiaroscuro usa tutte le tonalità, dal bianco al nero, allora bisogna essere bravi veramente. Per poterlo realizzare bisogna essere coscienti di come funzionano gli effetti di luce.

 

 

Se sistemiamo un cilindro in un triedro si vengono a verificare le seguenti condizioni luminose: c'è una luce principale che illumina il cilindro ed è la zona del cilindro rivolta verso la luce, poi c'è una luce riflessa dalla parete dietro al cilindro che crea una zona di penombra, e tra la luce e la penombra del cilindro c'è la zona di ombra, che è la parte esposta alla parete dietro l'osservatore, la parete meno illuminata e più lontana dal cilindro. Quindi in un corpo convesso generalmente l'ombra maggiore divide la zona illuminata dalla zona in penombra. Dentro il cilindro è cavo, come un vaso. Nell'ovale che delimita il bordo superiore l'ombra disegna una lettera esse rovesciata. Un'ultima regola che bisogna conoscere è che l'ombra portata è più scura dell'ombra propria.